Le cave di Allume e le ricerche del prof. Nino Giordano

L'attività mineraria sui monti Peloritani riguardò, sin dai tempi remoti, in particolare due prodotti poi trascurati a causa dell'elevato costo d'estrazione: il ferro e l’allume. Circa quest'ultimo minerale, il professore Giuseppe La Valle, insigne  minerologo e cultore di scienze naturali, ordinario dell'Università di Messina, scriveva nel 1899: a Roccalumera, “…l’allume potassica…si presenta all’affioramento in roccia spugnosa poco coerente e friabile, con granuli di quarzo bianco e feldspato, in contatto con gli scisti filladici…nelle caverne e gallerie delle  miniere, da tempo esplorate ed ora abbandonate, sulle pareti si ha l’Alunogene di color giallo citrino in masse spugnose concrezionate, risultati da aggregati sottilmente fibroso-setacei spesso contorti e capillari”.

 

Dopo essere stato quasi del tutto dimenticato, l'allume, che fu noto fin dall’antichità per le sue proprietà astringenti, emostatiche e antibatteriche e fu utilizzato per la concia delle pelli  e come fissativo del colore nella tintura della lana, viene oggi largamente utilizzato, in tutto il mondo, per la protezione delle costruzioni di legno in quanto capace di eliminare le infestazioni delle strutture garantendone la durata. Inoltre il minerale torna nuovamente ad essere oggetto di interesse sia quale soluzione naturale e salutare nella cosmesi, essendo capace di limitare la traspirazione eccessiva, di combattere i batteri che provocano i cattivi odori, di favorire la cicatrizzazione delle piccole emorragie dovute al rasoio e di combattere le irritazioni della pelle. Inoltre, viene utilizzato, in sostituzione del cancerogeno amianto, per ignifugare i tessuti.

Recentemente le miniere di Allume a Roccalumera sono state oggetto di studi e di ricerche da parte del prof. Nino Giordano: uno studioso di Giorgio La Pira, impegnato inoltre in progetti occupazionali “di integrazione” in campo agricolo; e dal prof. Angelo Cascio, appassionato studioso di storia siciliana che nel suo lavoro” Le miniere di Allume di Fiumedinisi nella prima metà del Cinquecento”  riporta documenti inediti del ’500, che descrivono minuziosamente il procedimento di estrazione dell’allume.

Tenendo presente di questi recenti studi, lo storico Istituto tecnico industriale "Verona-Trento" ha deciso di intraprendere i primi passi a favore della crescita e della formazione di nuove competenze per la rinascita dell'industria mineraria nei Peloritani sia per combattere la disoccupazione nel nostro territorio che, nel particolare, per mitigare il disallineamento tra domanda e offerta nel mercato dell'allume.

Per questo, aprendosi al territorio, nella certezza di rendere i propri studenti protagonisti consapevoli delle scelte per il proprio futuro, il "Verona-Trento" intende attuare un progetto didattico sintonizzato con le esigenze del mondo esterno, chiamando in causa anche alcune aziende farmaceutiche nel loro ruolo di tutor esterni.

Con i docenti interni analizzeranno le rocce di alcune miniere che insistono nel territorio di Roccalumera al fine di individuare i più idonei processi di coltivazione, estrazione e concentrazione del minerale.

Con l'azione sinergica dei partner, la scuola è certa di poter sviluppare esperienze coerenti con le attitudini e le passioni di ogni ragazza e ragazzo che la frequenta.

 

Tratto da Gazzetta Jonica web magazine

http://www.gazzettajonica.it/news/2017/10/09/le-cave-di-allume-e-le-ricerche-del-prof-nino-giordano-nbsp/24727/

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